08 settembre 2020
Bêka & Lemoine, Humberto Campana, Didier Fiuza Faustino, Sou Fujimoto, Konstantin Grcic, Martí Guixé, Patricia Urquiola: questo il dream team di designer internazionali che, fino al 27 settembre, daranno vita al progetto work-in-progress Casa Mondo, la prima mostra digitale del MAXXI − interamente concepita e sviluppata per Instagram −, a cura di Domitilla Dardi ed Elena Tinacci. I sette interpreti sono stati chiamati a interrogarsi e a proporre la loro visione su altrettanti temi e funzioni dell’abitare.
Casa Mondo perché le nostre case, a partire dal lockdown di qualche mese fa, si sono espanse per comprendere una serie di esperienze e funzioni che prima si svolgevano al di fuori degli spazi domestici. Il progetto prevede una ricerca dedicata proprio a questa trasformazione, una riflessione sulla casa declinata attraverso una serie di post su un profilo Instagram d’autore, “allestito” e curato dallo Studio Formafantasma che lo ha progettato come una casa costruita per piani, con finestre sui temi progettuali e una grafica ispirata ai blueprint e ai retini dei disegni tecnici tipici di un’architettura pre-CAD.
I temi su cui si sono confrontati i designer sono: homeworking, learning, care, open windows, exploring, threshold, food. Gli autori sono stati a turno protagonisti dell’account per una settimana e i loro progetti sono stati tradotti in forma di post attraverso linguaggi differenti, dal disegno digitale al rendering, dall’acquarello al collage, dall’animazione al video. L’alternarsi dei singoli progetti è scandito dalla pubblicazione di materiali storici (fotografie, video, disegni, estratti di saggi): fondamenti teorici delle ricerche attuali che costituiscono le “fondamenta” della “nuova” casa.
Humberto Campana ha meditato sulle Open Windows: le finestre sono sempre state in architettura il collegamento tra interno ed esterno. Dalla loro forma, dalla loro predominanza è dipeso storicamente il dialogo con il mondo, ma anche il senso di protezione, fino a casi limite come quello delle Glass Houses. Nella Casa Mondo le open windows possono essere l'unico contatto con il mondo esterno o anche una grande occasione per indagare altre finestre: quelle del nostro mondo interiore.
Konstantin Grcic ha affrontato il tema del Learning: la funzione dell'apprendimento è spesso relegata allo spazio interno, al chiuso, al raccoglimento di uno studio o di un angolo privato. Oggi, il collegamento con la rete ci porta a un continuo apprendimento di informazioni indirette, a un contatto visivo e non fisico, a una conoscenza per interposto device. Come incide questo nella definizione delle nostre conoscenze?
Martí Guixé ha indagato quell’affascinante materia che è il Food: il consumo del cibo ha, nella distribuzione degli ambienti domestici, un suo spazio storicamente definito e identificato: nutrirci è una delle funzioni vitali imprescindibili. Nella Casa Mondo il consumo, conservazione e preparazione del cibo vive, invece, una dimensione esplosa e diffusa che spesso varca i confini delle mura domestiche. Il cibo è un vero ponte con il mondo, anche se sempre più spesso si tratta di una connessione virtuale.
Didier Fiuza Faustino si è occupato del Care: la cura del corpo e della mente è una delle attività centrali della nostra vita domestica. Come è cambiata l'attenzione al nostro corpo e alla nostra salute mentale in conseguenza del contingentamento della nostra vita esterna, quando i contatti sociali sono diminuiti?
Bêka & Lemoine si sono dedicati alla tematica dell’Exploring: è possibile mantenere il desiderio di esplorare, la gioia della scoperta, la naturale indole al viaggio, ora che il mondo è diventato meno accessibile? Il viaggio dentro le nostre case assume il ruolo di una grande metafora che trasferisce il primario bisogno della scoperta dal paesaggio esterno a quello domestico.
Sou Fujimoto ha esplorato le soglie, in inglese Threshold: il passaggio dal dentro al fuori è stato in architettura un tema affrontato e risolto nel tempo. Ingressi, facciate, vestiboli, pensiline e passaggi sono soggetti progettuali densi di interesse perché presumono l'unione di spazio e movimento. Da sempre questo limite è la soglia tra un posto sicuro - la casa - e uno spazio nel quale muoversi con circospezione - il mondo. Oggi questa connotazione ancestrale si arricchisce di nuovi significati.
Patricia Urquiola, infine, ha approfondito l’Home working: la casa non è tradizionalmente lo spazio del lavoro, se non per particolari categorie professionali. Al contrario, la Casa Mondo si attrezza con scenari di lavoro in remoto e diventa la scena di un nuovo lavoro domestico, incidendo nei rapporti sociali e personali, dentro e fuori.
Immagine in testata: Didier Fiuza Faustino - Courtesy of MAXXI